Sul 2015 la spesa per R&S cresce del 9,3% per le imprese, resta stabile nelle istituzioni pubbliche. Nel 2016 cresce anche il personale impiegato a tempo pieno: nelle imprese +11,3%
“Sale la spesa in Ricerca e Sviluppo realizzata con proprio personale e con proprie attrezzature da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università. A trainare gli investimenti sono le imprese. Lo rivela il report diffuso dall’Istat sulla Ricerca e sviluppo in Italia negli anni 2016-2018, si stima che la spesa per R&S intra-muros sostenuta nel 2016 da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università sia pari a 23,2 miliardi di euro (+4,6% rispetto al 2015)”.
Rispetto al 2015 la spesa per R&S cresce del 9,3% per le imprese, resta stabile nelle istituzioni pubbliche, mentre flette nelle università (-1,0%) e, in misura ancora più marcata, nelle istituzioni private non profit (-18,6%). L’Istat rileva inoltre che aumenta dal 2015 il contributo alla spesa complessiva per R&S delle imprese a controllo nazionale e dei finanziatori esteri rispettivamente di 2,1 e 1,5 punti percentuali; è in calo quello delle istituzioni pubbliche, università e non profit (-3,5 punti percentuali in totale). L’aumento più rilevante della spesa per R&S interna riguarda le attività di sviluppo sperimentale (+15,6%); la ricerca di base e quella applicata registrano un lieve calo (complessivamente -0,2%).
Per il 2017, i dati preliminari, rileva l’Istat, indicano un aumento della spesa per R&S pari all’1,8% a valori correnti sia nelle imprese sia nelle istituzioni pubbliche (non sono ancora disponibili i dati sulle università). Per il 2018 le previsioni fornite da imprese e istituzioni confermano un ulteriore aumento della spesa in R&S all’interno (+3,4% sul 2017): in particolare, istituzioni pubbliche +5,6%, istituzioni private non profit +4,9% e imprese +2,9%, aggiunge l’Istituto di statistica.
L’ incidenza percentuale della spesa per R&S interna sul Pil (Prodotto interno lordo), pari all’1,38% nel 2016, è in lieve crescita rispetto all’anno precedente (era l’1,34% nel 2015), segnala ancora
l’Istat rilevando che alla spesa complessiva contribuiscono il settore delle imprese per il 60,8%, le università per il 24,2% e le istituzioni pubbliche per il 12,6%.
L’Istituto segnala che nel 2016 cresce anche il personale impegnato in attività di R&S conteggiato sia in unità sia in termini di unità equivalenti a tempo pieno (Etp). In particolare, ammonta a 435.283 unità (+11,7% dal 2015) e a 290.039,5 in termini di Etp (+11,9%). Rispetto al totale degli addetti i ricercatori in termini di unità aumentano del 6,6% (da 174.327 unità del 2015 a 185.916 nel 2016). In termini di Etp, i ricercatori aumentano del 6,2% (da 125.875,0 a 133.705,7 unità espresse in Etp). L’aumento più consistente in Etp è rilevato nelle imprese (+11,3%) e nelle università (+4,0%).
Riguardo il 2017, l’Istat registra lievi variazioni agli stanziamenti per R&S di Amministrazioni Centrali, Regioni e Province autonome: i fondi passano da 8,7 miliardi di euro del 2016 (previsioni di spesa assestate) a circa 8,6 miliardi di euro del 2017 (previsioni iniziali).
Infine, secondo le rilevazioni dell’Istituto, nel 2016 la ricerca applicata si conferma la principale voce di investimento (10 miliardi di euro, pari al 43,3% della spesa complessiva). Seguono le attività di sviluppo sperimentale con una spesa pari a 7,7 miliardi di euro (33,4% del totale) e, infine, la ricerca di base con circa 5,4 miliardi di euro (23,2%). L’aumento della spesa si concentra interamente nelle attività di sviluppo sperimentale (+3,2 punti percentuali rispetto al 2015), a scapito della ricerca pura e di quella applicata dove si rileva una diminuzione, rispettivamente -1,1 e -2,1 punti percentuali. Lo stesso andamento è confermato nel settore delle imprese, dove si assiste a un analogo incremento delle attività di sviluppo sperimentale, mentre si riduce in misura consistente la quota di ricerca applicata e resta piuttosto stabile la spesa dedicata alla ricerca di base.