Piazza Affari apre positiva, Ftse Mib +0,68%. Monte dei Paschi segna un +4% teorico.
Avvio in rialzo per la Borsa di Milano con il Ftse Mib che sale dello 0,70% a 18.088 punti.
Monte dei Paschi cerca il riscatto con il titolo che è già stato congelato per eccesso di rialzo, segnando un +4% teorico. Adesso le azioni sono tornate agli scambi e salgono del 9%.
Ieri è stato un mercoledì da dimenticare per le Borse, in particolar modo per Piazza Affari che è crollata del 4,8%. Nessun titolo del paniere principale ha chiuso col segno più. Molto male, ieri, Mps e Carige, gli istituti bancari considerati più vulnerabili, nel mirino del mercato da tre giorni. Nonostante il divieto alle vendite allo scoperto e le rassicurazioni proveniente da più fronti le azioni del Monte Paschi hanno accusato una perdita del 22%, sprofondando a 0,51 euro. Carige ha lasciato sul terreno il 17,79% a 0,64 euro.
Pesante anche il Banco Popolare (-10,88%), Credito Valtellinese (-10,13%), Unicredit (-7,77%), Bper (-7,3%) e Ubi (-6,68%).
Una situazione questa che ieri ha dato vita ad una serie di riunioni e contatti fra i vertici dei principali istituti di credito italiani e il Tesoro. Secondo diverse fonti il MEF starebbe chiedendo alle banche il loro parere sulla situazione che vede una forte ondata di vendite sui mercati e in particolar modo sul settore bancario nazionale. Lo scopo è quello di avere una panoramica sul tema, nell’ambito dell’azione di monitoraggio.
Intanto ieri, secondo fonti di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, assieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha incontrato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il Direttore generale, Salvatore Rossi.
“Il sistema italiano è solido – ha detto il premier Renzi – ci sono non le banche nel mirino, ma alcune banche, è il mercato. Vanno rispettate le regole, tutti i segnali sono di grande serietà da parte delle istituzioni. Servono cambiamenti significativi per cui alla fine ci saranno meno banchieri, meno poltrone e più risorse per il credito, più trasparenza. Per questo dico che le turbolenze di queste ore possono essere un’opportunità”.
“Non c’è una manovra speculativa, c’è una percezione inesatta che ci siano debolezze nel settore bancario” – ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo a “Uno mattina”. Padoan ha ricordato che la responsabile della sorveglianza della Bce ha già “negato in modo esplicito che ci possano essere azioni verso le banche italiane”. Gli istituti, ha proseguito il ministro, “sono in difficoltà perché sono state banche robuste durante gli anni della recessione. L’Italia è un paese che al contrario di molti altri Paesi europei – ha osservato – non ha introdotto denaro pubblico nel sistema bancario e quindi ha dimostrato, pur in una profonda recessione, la sua forza, e ne sta uscendo in gran parte con le proprie gambe, anche grazie a misure del Governo”. Su MPS ha detto: “ha fondamentali forti e una grande liquidità e sta cercando sul mercato per irrobustirsi ulteriormente, come ha già spiegato l’amministratore delegato, Fabrizio Viola.
“Sono oltre 3 mesi che le sofferenze bancarie, attraverso le rilevazioni della Banca d’Italia e dell‘Associazione bancaria italiana, oscillano sui 200 miliardi. Ma io vorrei sottolineare un altro dato importante, quello relativo alla copertura dei crediti deteriorati”. Lo ha detto a “Voci del Mattino“, Antonio Patuelli, presidente dell’Abi. “Da questo punto di vista – ha continuato – l’Italia sta meglio della media europea, con un tasso di copertura, per quanto riguarda le banche quotate, che supera il 46%, contro il 44, 6,% europeo. Credo che questi dati positivi, frutto di rilevazioni presso organismi europei indipendenti, rassicurino più di tante affermazioni sulla solidità complessiva degli istituti di credito italiani”.