Arriva inclusione attiva, razionalizzate le prestazioni con Isee
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Il Governo ha approvato il disegno di legge delega relativo al Piano nazionale di contrasto alla povertà, studiato per ridurre i livelli di incapienza del Paese e per promuovere il principio dell’inclusione attiva. Ecco i principali interventi previsti:
Arriva l’inclusione attiva - la misura nazionale di contrasto alla povertà prevede appunto “la predisposizione per i beneficiari di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa sostenuto dalla offerta di servizi alla persona”. Una misura “volta a superare la logica di mera assistenza passiva, introducendo il principio della attivazione finalizzata alla inclusione sociale e lavorativa”.
Risorse da riordino prestazioni - L’intervento, contenuto nei limiti delle risorse disponibili nel Fondo per la lotta alla povertà e all’inclusione sociale previsto dalla legge di Stabilità, “verrà gradualmente esteso sulla base delle risorse che al Fondo affluiranno in virtù degli interventi di razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali”.
Razionalizzazione prestazioni Isee - il ddl razionalizza le prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale sottoposte alla prova dei mezzi – escluse quelle legate alla disabilità del soggetto beneficiario -, introducendo il principio di “universalismo selettivo” nell’accesso secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’Isee.
Regia interventi servizi sociali - con la delega si riordina la normativa in materia di interventi e servizi sociali, al fine di superare la frammentarietà delle misure e degli interventi secondo principi di equità ed efficacia nell’accesso e nell’erogazione delle prestazioni. E si prevede l’istituzione, presso il ministero del lavoro, di un organismo nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali. Previsti anche l’attribuzione al ministero delle competenze in materia di verifica e controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni; la promozione di accordi territoriali tra servizi sociali e altri enti o organismi competenti per l’inserimento lavorativo, la salute, l’istruzione e la formazione; nonché il rafforzamento del Sistema informativo dei servizi sociali e, in particolare, del Casellario dell’assistenza.