Ok dell’Ue alla manovra bis

Ma Italia deve fare riforme in 11 aree: da riduzione tasse sul lavoro a giustizia civile e P.A.

 

Via libera alla manovra bis da parte dell’Ue. “L’Italia – scrive la Commissione Ue nel pacchetto di primavera che contiene l’analisi dei conti pubblici e le raccomandazioni – conferma che le misure di bilancio addizionali richieste per il 2017 sono state prese e che quindi, in questa fase, nessun passo ulteriore è giudicato necessario per rispettare la regola del debito”.

Per il 2018 – prosegue la Commissione europea – l’Italia dovrà fare uno sforzo di bilancio sostanzioso, e le politiche dovranno sia rafforzare la ripresa che assicurare la sostenibilità dei conti”. Per questo Bruxelles chiede di “spostare il carico fiscale dai fattori produttivi a tasse meno dannose per la crescita, reintrodurre la tassa sulla prima casa per i redditi elevati, riformare il catasto”.

Un richiamo arriva anche sulla giustizia e sulla riforma del Pubblico Impiego: “Ridurre la lunghezza dei processi della giustizia civile tramite un’efficace gestione dei casi e regole che assicurino la disciplina della procedura”, è scritto nelle Raccomandazione della Commissione all’Italia. Restando nel campo della giustizia, l’esecutivo chiede anche di “aumentare la lotta contro la corruzione, in particolare rivedendo lo statuto delle limitazioni”. Inoltre Bruxelles chiede il “completamento della riforma del pubblico impiego e di migliorare l’efficienza delle aziende pubbliche”.

Nello specifico, le raccomandazioni specifiche relative all’Italia riguardano 11 aree di politica economica, in cui sono richiesti ulteriori sforzi da parte del governo. L’Esecutivo Ue, infatti, non ha ritenuto di dover passare alla fase successiva nella procedura per squilibri macroeconomici eccessivi “a condizione che vi sia una rapida e piena attuazione delle riforme indicate nelle Raccomandazioni””.

Le aree di politica economica indicate per l’Italia in cui è necessario attuare le riforme riguardano la governance e la politica di bilancio, la riduzione del carico fiscale sul lavoro, l’ampliamento della base fiscale, la lotta all’evasione fiscale, i servizi finanziari, una politica attiva del mercato del lavoro, incentivi al lavoro, all’occupazione e alla partecipazione al mercato del lavoro, i salari e gli accordi salariali, la riduzione della povertà e l’inclusione sociale, la concorrenza e il quadro regolatorio, il quadro di regole relativo all’insolvenza, la Pubblica Amministrazione e la giustizia civile.

 

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