La disoccupazione dell’Eurozona – aggiunge – cala al 10,3%, ma sale in Italia.
“La zavorra del cuneo fiscale cresce ancora in Italia, sia per le famiglie sia per i single, e il nostro Paese si piazza tra i primi posti della classifica dei paesi Ocse per peso del fisco sui salari”.
Lo rivela il rapporto “Taxing Wages 2016” secondo cui, “dopo esser cresciuto ininterrottamente dal 2011, il peso del fisco sui salari dei lavoratori dell‘area Ocse è rimasto fermo al 35,9%. A fronte di un nucleo di 8 paesi in cui il cuneo fiscale è diminuito (e del Cile in cui è rimasto invariato), in 34 paesi è invece aumentato e tra questi figura l’Italia in cui l’incremento è stato di oltre lo 0,4%. Nel 2015, dunque, con un cuneo fiscale salito al 49%, l’Italia si trova al quarto posto della classifica Ocse a parimerito con l’Ungheria e dietro solo a Germania (49,4%), Austria (49,5%) e Belgio (55,3%)”.
Secondo le rilevazioni Ocse, l’Italia si trova “ancora più in alto nella classifica 2015, ovvero al terzo posto alle spalle di Belgio e Francia, quando si va ad analizzare il peso del cuneo fiscale sui salari delle famiglie e dei lavoratori non sposati. In particolare per le famiglie monoreddito con due bambini, il carico fiscale è aumentato tra il 2014 e il 2015 dello 0,93% al 39,9%, mentre quello sui single è salito dello 0,76% in un anno, al 49%”.
E l’”Organizzazione internazionale ricorda che per tutti i paesi il peso del cuneo fiscale per le famiglie è generalmente più basso rispetto a quello dei single senza figli, in quanto molti paesi Ocse garantiscono particolari benefici fiscali alle famiglie con figli. Per quanto riguarda in particolare le famiglie monoreddito con due figli, ai primi due posti della graduatoria Ocse si trovano la Francia con un cuneo fiscale del 40,5%, seguita dal Belgio (40,4%). Subito dietro l’Italia, invece, quarto, quinto e sesto posto sono di Finlandia (39,3%) e Austria (39%) e Grecia (38,1%). Mentre i paesi in cui il peso della tassazione incide meno sul salario percepito, ovvero quelli al fondo della classifica con un cuneo fiscale inferiore al 10%, sono Svizzera (9,8%), Irlanda (9,5%) Cile (7%) e Nuova Zelanda (4,9%)”.
Sempre secondo l’Ocse: “il tasso di disoccupazione nell’Eurozona scende a febbraio di 0,1 punti percentuali rispetto a gennaio al 10,3%, ma nello stesso mese sale in Italia all’11,7% dall’11,6%. Nella zona Euro il maggior calo a febbraio è stato registrato in Slovacchia (-0,2% al 10,3%) mentre il tasso è rimasto stabile in Germania al 4,3% e in Francia al 10,2%. Anche nell’intera area Ocse la disoccupazione è rimasta stabile al 6,5%”.