l sondaggio sul Natale: i negozi puntano all’inversione di tendenza dopo un periodo di semi-lockdown dominato dal web. Si attende la ripresa anche grazie alla spinta del cashback. In Sicilia acquisti soprattutto per cibo e abbigliamento
Lo shopping di Natale entra nel vivo. Nelle prossime due settimane saranno oltre 22 milioni – il 54% della popolazione adulta – gli italiani che si metteranno a caccia di regali da mettere sotto l’albero. Ma le celebrazioni per le feste, quest’anno, saranno inevitabilmente offuscate dall’emergenza Covid, che monopolizza i pensieri degli italiani e si riflette anche sugli acquisti: due consumatori su tre sono intenzionati a spendere meno dello scorso anno, con una riduzione stimata della spesa complessiva di Natale di -4,7 miliardi euro (-20,6% sul 2019). Una spending review a cui non sfuggono nemmeno i regali, per i quali il budget si restringe di -1,3 miliardi (-17,9% sul 2019). È quanto emerge dalle elaborazioni condotte dall’Ufficio Economico Confesercenti sulla base del consueto sondaggio condotto da SWG per Confesercenti sulle intenzioni di acquisto dei consumatori in vista delle prossime feste invernali. Uno studio nazionale con rilevazioni su 7 regioni italiane compresa la Sicilia. Qui il 59 per cento degli intervistati dichiara che spenderà meno dello scorso anno. Un anno di incertezza. A pesare, ovviamente, è la lunga emergenza. I siciliani arrivano alle feste 2020 stremati da un anno difficile, dal forte impatto psicologico ed economico. Nell’Isola il 31% delle famiglie intervistate dichiara di aver ridotto i consumi durante l’anno; il 16% (+3% rispetto alla media nazionale) segnala di arrivare a fine mese solo tirando la cinghia ed un ulteriore 3% di non arrivarci affatto. E il futuro preoccupa: in particolare la prospettiva di una prosecuzione della pandemia Covid-19 anche nel 2021, segnalata dal 59% degli intervistati. Cresce anche la paura per la tenuta della situazione economica dell’Italia, segnalata dal 37% dei siciliani. Una quota che supera anche quella relativa al timore per le prospettive economiche personali e della famiglia, espressa da un siciliano su 4 – il 25% -, poco meno di chi dice di aver già dovuto ridurre i consumi durante gli ultimi dodici mesi (31%). E di fronte a pandemia e crisi economica, le altre preoccupazioni si fanno meno pressanti, qualcuna passa addirittura in secondo piano. Il budget di Natale. Sull’onda dell’incertezza, quest’anno il 59% dei siciliani progetta di spendere meno dello scorso anno per i regali e gli acquisti di Natale, mentre solo il 3% prevede di aumentare il budget. Quasi tutte le voci di spesa vengono riviste al ribasso: la percentuale di siciliani che comprerà per sé, per la propria famiglia o per fare un regalo prodotti enogastronomici cala al 38% (lo scorso anno la media italiana era al 70%). In cima agli acquisti – indicati dal 42% degli intervistati siciliani – c’è l’abbigliamento. Al terzo posto dopo la gastronomia, i libri – 35% – e a seguire, la spesa per i giocattoli (29% contro una media nazionale del 27%). Ritorno nei negozi. La rete dei negozi fisici arriva all’appuntamento di Natale sperando di giocare una partita di ritorno di successo, dopo un’andata dominata dal web durante il periodo di chiusura delle attività di vicinato: il 42% di siciliani che ha già iniziato a comprare i doni da mettere sotto l’albero, lo ha fatto soprattutto online (57% poco sotto la media nazionale del 59%). Con le riaperture, i negozi puntano ad invertire la tendenza nonostante il contesto difficile, scommettendo sul servizio, sulla tradizione e anche sulla spinta del cashback, che nei primi giorni di applicazione ha generato un aumento delle vendite: un aiuto imprevisto per la rete dei negozi. Solo il 19 per cento dei siciliani che hanno iniziato ad acquistare i regali ha scelto di farlo in un negozio di vicinato anche se 2 intervistati su 3 tra quelli che devono ancora comprare i doni dichiarano di preferire i negozi di prossimità. Centri commerciali e ricorso al Tar. Pesa, però, la chiusura dei negozi di centri e gallerie commerciali nei giorni prefestivi e festivi: le limitazioni alle aperture e agli orari condizionano in Sicilia, il 14% dei consumatori. Un grave danno economico ed una distorsione inaccettabile della concorrenza, visto che negozi della stessa tipologia, ma dislocati al di fuori di un centro commerciale, possono rimanere aperti. Per questo, Confesercenti Nazionale ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento: da quanto apprendiamo, la questione verrà discussa Mercoledì 16 dicembre. Tra gli altri fattori che condizionano gli acquisti nei negozi, il 25% segnala le file generate dai contingentamenti dentro i negozi. Il 43% (quasi il 10% in più rispetto alla media nazionale) invece, ammette di essere influenzato nella sua spesa nei negozi proprio dal timore di contagio. Celebrazioni e decorazioni. Non solo lo shopping, ma anche la festa in sé viene oscurata dall’ombra del Covid. Per il 50% dei siciliani intervistati, l’emergenza pandemica e le conseguenti restrizioni cancellano del tutto (14%) o parzialmente (36%) la festa, mentre solo il 24% ritiene che il Natale resti parzialmente o del tutto intatto. Anche le decorazioni sono più modeste: solo il 63% delle famiglie farà l’albero; e il 39% il Presepe. A sostituirli, saranno piccole decorazioni domestiche (18%), e villaggi di Natale (5%), mentre il 15% non metterà nulla.