Governo deve rispondere entro lunedì alla lettera di richiamo di Moscovici
La Commissione europea ha acceso ufficialmente i riflettori sull’Italia con una lettera durissima che spiega nel dettaglio la “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”. Se l’Italia entro lunedì non assicurerà, per iscritto, che cambierà la manovra e farà scendere il deficit invece di aumentare la spesa, la lettera finirà anche sul tavolo dei commissari martedì prossimo, che firmeranno la bocciatura formale della manovra, e dell’Eurogruppo il 5 novembre, che darà appoggio politico alla decisione dei tecnici Ue. Intanto il premier Giuseppe Conte, da Bruxelles, ha difeso i piani del Governo ed ha ridimensionato le accuse dell’Ue, mentre il presidente della Bce, Mario Draghi, ha messo in guardia dal contestare le regole Ue perché si danneggia la crescita.
Secondo Bruxelles il bilancio italiano punta a “un non rispetto particolarmente serio degli obblighi del Patto, a causa di una espansione vicina all’1% e ad una deviazione dagli obiettivi pari all’1,5%”. La Ue chiede, quindi, al Governo di dare una risposta ai rilievi entro lunedì 22 ottobre, in tempo perché il collegio dei commissari possa discuterne martedì. Ma, ricorda, la deviazione è talmente grave, “senza precedenti”, che l’Italia rischia l’apertura di una procedura per debito eccessivo da un momento all’altro, per deviazioni che peraltro si trascinano da anni. Non basterà quindi soltanto un’illustrazione più dettagliata delle misure. Per convincere i commissari Moscovici e Dombrovskis, firmatari della lettera, il Governo dovrà impegnarsi a cambiare i target.
“La manovra non può restare al 2,4% di deficit e con uno scarto del deficit strutturale di un punto e mezzo. Chiediamo una correzione”, ha chiarito il commissario Moscovici. Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che Moscovici ha incontrato, ha auspicato “che ci sia il massimo di collaborazione con l’Italia. E che attraverso il dialogo e il confronto si trovi una intesa”. Anche il ministro dell’Economia Tria ha assicurato la massima collaborazione nello spiegare misure e riforme. Intanto i leader dell’Eurozona prendono le distanze da Roma.