La lettera arriva a Bruxelles. Tria: “Fiduciosi su obiettivi di crescita”
Il governo va avanti sulla Legge di bilancio ma assicura che il debito scenderà con le privatizzazioni. L’esecutivo resta “fiducioso sulla possibilità di raggiungere i target di crescita confermati all’1,5% nel 2019, 1,6% nel 2020 e 1,4% nel 2021”.
La versione rivista del Documento programmatico di bilancio 2019, inviata nella notte all’esecutivo di Bruxelles, lascia, quindi, invariate le stime di crescita sul Pil all’1,5% e sul deficit/Pil al 2,4% che resta un “limite invalicabile”, dichiara il ministro dell’Economia e delle finanze, Giovanni Tria, nella lettera all’Ue che accompagna il testo. “Pur introducendo misure di sostegno innovative e un’attenuazione ai vincoli per il pensionamento – continua – l’espansione fiscale decisa dal governo resta contenuta alla misura strettamente necessaria a contrastare il rallentamento del ciclo economico. Il governo ritiene che le ragioni dell’impostazione della manovra mantengano tutta la loro validità anche dopo aver attentamente valutato i rilievi Ue”. “Per accelerare la riduzione del rapporto debito/Pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico”, spiega Tria. “Gli incassi derivanti dalle privatizzazioni – prosegue – costituiscono un margine di sicurezza per garantire che gli obiettivi di riduzione del debito approvati dal parlamento siano raggiunti anche qualora non si realizzi appieno la crescita del Pil ipotizzata. Tenuto conto di tali introiti e del loro impatto anche in termini di minori emissioni di debito sul mercato, e quindi minori interessi, la discesa del rapporto debito/Pil sarebbe ancora più marcata, e pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 punti nel 2019, 1,9 punti nel 2020 e 1,4 nel 2021”. Il rapporto debito/Pil scenderebbe dal 131,2% del 2017 al 126% nel 2021.
Nella lettera inviata a Bruxelles, inoltre, Tria annuncia che il governo investirà un miliardo per la messa in sicurezza della rete stradale. Il crollo del ponte Morandi a Genova ha evidenziato la necessità di intraprendere un programma di manutenzione straordinaria, osserva il ministro. “A tal fine, la nuova Legge di bilancio dedica 1 miliardo di euro per il 2019 specificatamente alla messa in sicurezza e manutenzione di infrastrutture della rete stradale quali viadotti, ponti, gallerie. Gli interventi – precisa ancora Tria – riguarderanno opere realizzate nella stessa epoca o precedenti il ponte Morandi”.
Nella lettera all’Ue, il governo chiede infine “l’applicazione della flessibilità per eventi eccezionali”, spiegando che “per il prossimo triennio” le spese saranno “pari a circa lo 0,2% del Pil”. Tria cita “gli eventi alluvionali di particolare gravità che hanno colpito il Paese nelle ultime settimane. Si tratta di eventi inattesi che in qualche misura sono anche testimonianza di un territorio ancora troppo esposto al dissesto idrogeologico”.
La Commissione Ue, che ha ricevuto ieri sera il progetto di bilancio rivisto dell’Italia assieme alla lettera di presentazione firmata dal ministro Tria, non intende commentare per il momento, secondo quanto riferiscono fonti Ue. Il DBP rivisto sarà soggetto della valutazione della Commissione il prossimo 21 novembre, nell’ambito del semestre europeo, quando arriveranno sul tavolo dei commissari i piani di bilancio di tutti gli Stati membri.
Intanto arriva all’Italia il monito del Fmi. L’impatto sulla crescita dell’Italia dalle misure di stimolo previste dal governo – sostiene il Fondo Monetario Internazionale – “sarebbe incerto nei prossimi due anni e probabilmente negativo nel medio periodo, se gli spread continuassero a restare a livelli elevati”. Il Fmi spiega che “l’atteso impatto di stimolo rischia di essere controbilanciato dal continuo rialzo degli spread, con un effetto ambiguo nel breve e probabilmente negativo nel medio periodo. Secondo il Fmi i cambiamenti delle pensioni previsti dal governo, ovvero la quota 100, “aumenterebbero ulteriormente la spesa pensionistica, imporrebbero pesi ancora maggiori sulle generazioni più giovani, lascerebbero meno spazio per politiche per la crescita e porterebbero a minori tassi di occupazione tra i lavoratori più anziani”. “E’ improbabile che l’ondata di pensionamenti creerebbe altrettanti posti di lavoro per i giovani. E’ urgente razionalizzare i vari eccessi nel sistema”. In conclusione, l Fondo Monetario Internazionale, mette in guardia l’Italia anche dal rischio di recessione che potrebbe derivare da livelli di debito troppo alti. Nel documento, il Fmi stima che il debito pubblico italiano “resterà intorno al 130% nei prossimi 3 anni e avverte che qualsiasi shock anche modesto aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce. Questo potrebbe trasformare un rallentamento in una recessione”.
LA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO ALL’UE