Anche l’andamento delle imprese italiane rimarrà debole.
“L’indicatore anticipatore dell’economia rimane negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza dell’economia italiana”.
Lo sostiene l’Istat nella sua nota sull’andamento mensile, nel quale sottolinea come “l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi) è sceso sotto quota 100 per la prima volta dal febbraio 2015″.
“Gli indici di diffusione della crescita congiunturale dei settori della manifattura e dei servizi - spiega l’Istituto di statistica- segnalano ancora una percentuale superiore al 50% di settori in espansione, anche se la quota risulta in diminuzione rispetto ai trimestri precedenti”.
“Sul fronte dell’inflazione - sottolinea l’Istat – lo scenario per i prossimi mesi non lascia ipotizzare recuperi significativi della dinamica dei prezzi. Ad agosto, le aspettative degli operatori registrano maggior cautela tra le imprese circa possibili rincari entro l’anno in corso, mentre tra i consumatori si segnala un leggero ridimensionamento delle attese di stabilità o diminuzione dei prezzi. La fase deflativa è proseguita anche in agosto. La stima preliminare dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (Nic) ha confermato una variazione annua negativa per il settimo mese consecutivo, anche se prossima allo zero (-0,1% come in luglio). La dinamica dell’inflazione complessiva continua ad essere fortemente influenzata dall’andamento dei prezzi dei prodotti energetici ancora in caduta tendenziale sebbene in leggera attenuazione (-6,5%, da -7,0% in luglio). L’inflazione di fondo risente della debolezza del ciclo economico e della dinamica dei costi esterni, oscillando intorno allo 0,5% dalla fine dello scorso anno. La dinamica inflativa italiana continua a risultare inferiore a quella media dei paesi Uem: per l’area euro il tasso tendenziale dell’indice armonizzato al con-sumo si è stabilizzato al +0,2% in agosto, a fronte di una crescita nulla per l’indice (Ipca) in Italia”.
“L’andamento delle imprese italiane rimarrà debole anche nei prossimi mesi – si legge nella nota sull’andamento mensile dell’economia. Il clima di fiducia delle aziende del manifatturiero è infatti peggiorato nel mese di agosto non evidenziando segnali di particolare vivacità tra le componenti. Dopo la crescita registrata nei trimestri precedenti, nel secondo trimestre 2016 il Prodotto interno lordo ha subito una battuta d’arresto, segnando una variazione nulla su base congiunturale. La variazione rispetto al secondo trimestre 2015 è stata pari allo 0,8%, in calo rispetto all’1% registrato nel primo trimestre. Alla variazione congiunturale del Pil ha contribuito positivamente la domanda estera netta (+0,2 punti percentuali): le importazioni sono aumentate dell’1,5% e le esportazioni dell’1,9%. L’apporto degli investimenti e dei consumi finali nazionali è stato nullo. La dinamica della domanda interna è stata caratterizzata dalla sostanziale stabilità dei consumi finali nazionali, sintesi di una crescita dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di una flessione dello 0,3% della spesa della Pa, e dalla contrazione congiunturale degli investimenti fissi lordi (-0,3%), determinata principalmente dalla diminuzione della spesa per macchinari, attrezzature e altri prodotti (-0,8%). Gli investimenti in costruzioni hanno registrato una variazione nulla mentre la componente dei mezzi di trasporto ha segnato una variazione positiva (+1,4%). L’industria in senso stretto ha mostrato segnali di debolezza registrando una riduzione significativa del valore aggiunto (-0,8% rispetto al primo trimestre)”.
“Ad agosto la fiducia dei consumatori – dice ancora l’Istituto – ha evidenziato una nuova contrazione dopo il parziale recupero del mese di luglio: da gennaio l’indicatore ha perso circa 9 punti. Le aspettative dei consumatori hanno segnato un generale peggioramento come sintesi di giudizi negativi sul clima economico e sulla disoccupazione. Nel secondo trimestre del 2016 i consumi finali nazionali hanno segnato un rallentamento della crescita: la spesa delle famiglie residenti ha registrato un modesto incremento (+0,1% congiunturale) accompagnato da segnali di moderazione in tutte le componenti tranne quella dei beni semidurevoli (+0,7% dopo il -0,9% del primo trimestre); più marcato è risultato il rallentamento per i beni durevoli (variazione nulla nel secondo trimestre da +1,2% nel primo trimestre) e per i non durevoli (-0,1% nel secondo trimestre, +0,6% nel primo trimestre). La spesa delle amministrazioni pubbliche ha invece registrato una variazione negativa (-0,3%)”.
“Nel mese di luglio – conclude l’Istat – la dinamica del mercato del lavoro ha mostrato una battuta d’arresto testimoniata dal fatto che gli occupati totali sono diminuiti di circa 63 mila unità (-0,3%) dopo 4 mesi consecutivi di aumento. Nel trimestre maggio-luglio, aggiunge l’istituto, l’occupazione è comunque aumentata in misura significativa (+0,7% rispetto al trimestre precedente, pari a +157 mila unità). La riduzione degli occupati in luglio ha riguardato esclusivamente gli indipendenti (-68 mila) e in misura maggiore la componente femminile (-51 mila). I disoccupati totali sono diminuiti determinando un calo del tasso di disoccupazione che si è attestato all’11,4% (-0,1 punti percentuali). Nella fascia di età 15-24 il tasso di disoccupazione è cresciuto per il terzo mese consecutivo (+39,2%) mentre per gli occupati con 50 anni e più il tasso di occupazione è aumentato per la settima volta dall’inizio dell’anno. Le retribuzioni sono rimaste sostanzialmente stabili rispetto a giugno”.