La frenata del Pil nella prima parte dell’anno è stata più lieve delle attese del governo. Una notizia senz’altro positiva, ma che non basta a dissipare i dubbi sul futuro. Innanzitutto, perché in questo momento sono di nuovo i servizi a soffrire di più nel contributo alla ricchezza del Paese, e poi perché la dinamica dell’inflazione – sebbene in rallentamento – dimostra che non abbiamo ancora superato il picco della corsa dei prezzi, visto che la diffusione degli incrementi dei beni energetici ai diversi comparti “fissa” il tasso sopra al 6%. Uno scenario che inevitabilmente peserà sui consumi interni e sulla crescita nel resto dell’anno.
Così Confesercenti sulle stime Istat.
“Con le tensioni internazionali che non accennano a rientrare, la tenuta dei consumi interni rappresenta un elemento fondamentale per preservare la ripresa dell’economia italiana. In questa fase – commenta Nico Gronchi, vicepresidente vicario di Confesercenti e presidente di AssoTerziario – è importante che la resilienza delle attività economiche, segnalata dai recenti dati sulla fiducia, sia ancora sostenuta da un rafforzamento delle misure atte a contrastare il caro energia e quindi l’inflazione, il principale ostacolo per la ripartenza di consumi e Pil. In un quadro che continua ad essere caratterizzato da forte incertezza, servono inoltre interventi legislativi che accompagnino le imprese, in particolare quelle del terziario, in un percorso di uscita dalle misure emergenziali più graduale di quello fino ad oggi previsto, a partire da una riproposizione delle moratorie per tutta la restante parte del 2022”.
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