Formazione a distanza, Confesercenti: “La Regione adegui le regole”

“La disciplina dei corsi di abilitazione per la somministrazione di alimenti e bevande e dei corsi preparatori per gli agenti immobiliari va rivista e adeguata alle nuove esigenze”. Michele Sorbera, direttore di Confesercenti Sicilia non ha dubbi: “Mantenere la normativa così com’è rischia solo di fare confusione”. Il riferimento è alla notizia su alcuni enti sanzionati da parte della Regione con la sospensione di due mesi dell’attività perchè qualche corsista non ha risposto all’appello al momento del controllo da parte dei funzionari. “Le regole utilizzate durante l’emergenza sanitaria per i corsi in FAD (Formazione a distanza, ndr), soprattutto per gli aspetti sanzionatori”, spiega Sorbera, “sono rimaste le stesse della formazione in presenza. Con una differenza sostanziale: in un’aula se qualcuno si alza e si allontana, il docente lo vede facilmente e può segnare l’assenza. Online, invece, diventa impossibile avere il polso costante delle presenze: sfido chiunque a tenere una lezione e controllare contemporaneamente le presenze scorrendo le schermate”.

Leggi il resto dell’intervista di Antonio Giordano su Qds.it qui qds.it/formazione-a-distanza-confesercenti-enti-sanzionati-non-hanno-colpe-la-regione-adegui-le-regole/

o nella trascrizione a seguire.

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Ma voi avete fatto presente tutto questo alla Regione?

“Alle contestazioni abbiamo presentato controdeduzioni fondate. Non a caso la Regione ha applicato la sanzione minima che equivale a due mesi di sospensione dell’attività formativa. Da sanzionare a nostro avviso non era però l’Ente organizzatore che, come nel nostro caso, stava svolgendo regolarmente il corso in remoto, con piattaforma attiva, docente in aula e la stragrande maggioranza dei corsisti presenti, ma il corsista che non ha risposto all’appello. E poi c’è un altro grande equivoco…”.

A cosa si riferisce?

“Non stiamo parlando di formazione finanziata con fondi regionali o europei ma di corsi per cui chi frequenta paga l’ente organizzatore. La Regione ha il ruolo di soggetto che autorizza i corsi, senza impegnare alcuna risorsa”.

Quindi quali sono le vostre richieste?

 “Andare al nocciolo del problema. Sul sistema sanzionatorio la normativa adottata durante la fase pandemica dalla Regione, fa riferimento, per analogia, alla normativa pre-covid quando i corsi erano organizzati tutti in presenza e la verifica dei presenti in aula da parte del docente, come dicevo, era assai più semplice. Superata l’emergenza, ufficialmente al 31 dicembre 2022, è necessario che la Regione adesso intervenga per aggiornare la disciplina di queste attività, tenendo conto che la formazione ormai viene spesso svolta in modalità online. È assurdo che si possa conseguire una laurea senza mai mettere piede in un’aula universitaria e non sia possibile frequentare online un corso che, come nel caso degli agenti immobiliari, è solo preparatorio allo svolgimento degli esami in Camera di commercio”.

Adesso l’assessorato sta predisponendo un nuovo decreto. Avete presentato osservazioni?

“L’Assessore Tamajo ha mostrato attenzione e gli Uffici stanno lavorando alla stesura di un nuovo decreto. Abbiamo manifestato in sede d’incontro, e successivamente messo per iscritto, le nostre osservazioni e le richieste di modifica alla bozza di decreto proposta dall’Assessorato. Tra le proposte avanzate, oltre alla richiesta di snellire e semplificare tutta la procedura circa lo svolgimento dei corsi (la gestione, totale o parziale, in Formazione a distanza consente verifiche immediate e veloci), come Confesercenti Sicilia abbiamo chiesto di modificare i vecchi piani di studio, dando maggiore risalto alla materie che riguardano la sicurezza alimentare e la sicurezza nei luoghi di lavoro, e di permettere lo svolgimento in modalità FAD anche dei corsi preparatori alla mediazione immobiliare non regolamentati dalla Conferenza Stato-Regioni. Più in generale abbiamo prospettato una serie di interventi che consentono di innalzare la qualità della formazione e, soprattutto, dei servizi ai cittadini”.

Può farci qualche esempio?

“Ad esempio abbiamo chiesto di prevedere l’obbligo per i Comuni di verificare, al momento della presentazione della SCIA da parte del soggetto richiedente, la veridicità dell’attestazione resa ai fini dell’ottenimento del requisito abilitante. Prospera, infatti, un “mercato” di attestazioni false, che in assenza di verifiche, si allarga sempre di più favorendo speculazioni e illegalità”.

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