Tra le stime contenute nel Rapporto: crescita del 2016 che passa dall’1,6 all’1,3%; conferma per quest’anno di una crescita dello 0,7%, deficit che torna al 3%
“Una revisione al ribasso della crescita del 2016, dall’1,6 all’1,3%, con la conferma per quest’anno di una crescita dello 0,7%, ma anche di un deficit che torna al 3%”.
Sono alcune delle stime contenute nel rapporto sulle previsioni stilato da Prometeia.
Il leggero rallentamento nel 2016 del Pil in Italia è dovuto, secondo Prometeia, all’”incapacità dei consumi interni a compensare pienamente la minore crescita prevista per le esportazioni, in conseguenza della minore espansione del commercio mondiale”.
In ogni caso, fa notare il Rapporto, si tratta di una crescita del Pil (+1,3% nel 2016) che, tranne per il rimbalzo del 2010 dopo la caduta del 5,5% nel 2009, l’Italia non sperimentava dal 2007.
Sul fronte del lavoro Prometeia calcola una crescita dell’occupazione di 120 mila unità per quest’anno e per arrivare ad un recupero di mezzo milione di addetti con un tasso di disoccupazione al 10% bisogna arrivare al 2018.
Il Report affronta molti nodi, segnalando alcune novità positive a partire dai redditi delle famiglie che saranno “tra le maggiori beneficiarie dell’allentamento fiscale del Governo: nel 2015 il loro reddito disponibile crescerà più dell’1%, come non accadeva da 7 anni. Tuttavia prevale la cautela, perché il maggiore reddito verrà destinato al risparmio”.
Segnali di miglioramento arrivano anche da fronte del lavoro. Le stime di maggiori occupati (120mila unità a fine 2015) vedono alcune categorie in testa. Secondo Prometeia ”con il Jobs Act sono 3 le categorie di lavoratori che potrebbero passare al contratto indeterminato: apprendisti, lavoratori subordinati a tempo determinato e collaboratori”.
“Stazionari – dice ancora – invece i conti pubblici. Oltre al deficit, che stima rimanere quest’anno al 3%, il debito pubblico che sale ancora, anche se con un trend inferiore al passato, arrivano quest’anno al 133,4%. Dal 2016, però, il rapporto Debito/Pil torna a scendere fino a 129,7%”.