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27 luglio 2006
COMUNICATO STAMPA
PANE: parte da Catania un tavolo di concertazione regionale
Coinvolte anche le province di Siracusa, Caltanissetta e Palermo
Si estende anche alle altre province siciliane la mobilitazione dei panificatori catanesi, da tempo impegnati in una serie di incontri sul decreto Bersani e la liberalizzazione delle licenze. Nel corso della terza riunione provinciale, che si è svolta nel tardo pomeriggio di ieri presso la sede della Confesercenti di Catania, è stata approvata la proposta di un tavolo tecnico di concertazione regionale, in grado di rappresentare le esigenze dei 3.865 panificatori presenti in tutta la Regione Sicilia.
“Insieme ai colleghi di Siracusa, Caltanissetta e Palermo – ha detto Vincenzo Gargiulo, responsabile Confesercenti nella zona ionica e segretario regionale della FIESA (Federazione Italiana Settore Alimentare) – vogliamo fare in modo che sia salvaguardata la genuinità del pane siciliano, tutelando la salute dei consumatori attraverso una garanzia di professionalità da parte di chi produce e vende il pane”.
“La nostra Regione è a Statuto Speciale – ha detto il condirettore della Confesercenti di Catania Salvo Politino – ecco perché sensibilizzeremo le forze politiche regionali affinché mostrino disponibilità a recepire le istanze della categoria di cui la FIESA si farà portavoce”. Presente all’incontro la dirigente sindacale Enza Lombardo e numerosi rappresentanti dei panificatori di tutta la Provincia di Catania.
Gli incontri della FIESA sulle questioni essenziali per la categoria riprenderanno nei primissimi giorni del mese di settembre.
“La riunione di ieri – ha continuato Vicenzo Gargiulo – è servita anche rafforzare la presenza sul territorio dell’associazione FIESA PANIFICATORI della provincia di Catania. La tematica non è stata solo il decreto Bersani (che ha un impatto differente nella Regione Sicilia rispetto a tutta la nazione), ma la definizione del ruolo stesso del panificatore.
Oggi egli rappresenta l’ultimo comparto della filiera cereagricola del grano, ma in passato il suo ruolo era molto più importante: il pane è sempre stato sinonimo di vita, ad esso erano dedicati culti e riti propiziatori (per compiacere gli dei affinché vi fosse un buon raccolto), è ancora protagonista di tutte le religioni e, purtroppo, di tutte le guerre. Il pane, infatti, fa paura ai politici, perché rimane sempre l’alimento principale per le classi più povere e, se la fame da pane avviene, la rivolta è già in atto”.
“Ma dal campo al forno – ha proseguito Gargiulo - oggi è cambiato tanto: la globalizzazione del mercato ha portato i produttori agricoli ad aumentare la produzione e la distribuzione su territori sempre più ampi, a sostituire la genuinità con i prodotti chimici per affrontare i problemi delle grande distanze. Il pane che arriva nella nostra tavola, infatti, proviene da farine trattate chimicamente, e di genuinità ne è rimasta davvero poca. La categoria viene lasciata sola ad affrontare tutte le problematiche inerenti la lavorazione, e deve fare i conti ogni giorno con gli errori che si verificano nella filiera e con quelli commessi dai panificatori abusivi (spesso non controllati, perché “non esistono”).
Il panificatore è solo contro tutti, ed anche la manodopera è sempre meno qualificata e sempre più costosa, con tanti diritti e pochi doveri. Egli è sempre più fragile, con poche ore di sonno, dimostrando un’età superiore a quella reale. La sua licenza poteva anche funzionare da buona uscita per la sua attività.
Il decreto Bersani ha tolto parecchie illusioni: il panificatore di oggi, che si trova vicino alla pensione, si ritrova con un pugno di mosche ed una produzione sempre più bassa. La FIESA vuole dare una mano alla categoria, riproponendo le vecchie genuinità e garantendo una produzione equa, insieme alla riscoperta della sua professionalità”.
L’Ufficio Stampa Confesercenti Catania
Francesca Marchese
marchesefrancesca@hotmail.com
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