The Booking.com hotel reservations applications is seen on an iPhone on December 7, 2017. (Photo by Jaap Arriens/NurPhoto)
“Se la presunta maxi-evasione di Booking dovesse essere confermata, sarebbe un fatto molto grave. È l’ulteriore dimostrazione che esiste davvero un problema di trasparenza e di concorrenza sleale nell’intermediazione turistica online, come del resto le associazioni di categoria del settore ripetono da anni. Una questione su cui la politica dovrebbe intervenire prima delle procure”.
Così Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti, commenta l’indagine da parte della Procura della Repubblica di Genova sul portale Booking.com per presunti reati fiscali.
“Al di là del caso specifico, attendiamo da anni un intervento organico per riequilibrare le condizioni tra web e attività off-line”, continua Messina. “Il boom degli affitti brevi e delle piattaforme di sharing economy è stato accompagnato da una crescita dilagante dei fenomeni di abusivismo ed irregolarità, che danneggiano le imprese che seguono le norme e mettono a rischio i turisti. Nessun governo, italiano o europeo, sembra però essere riuscito a trovare il modo di intervenire. La web tax approvata nell’ultima legge di Bilancio, pur essendo da correggere in molti punti, era un passo avanti nella giusta direzione: ma è rimasta lettera morta, in mancanza dei decreti attuativi necessari. Non si potrà lasciare a lungo la questione solo alle procure e alle forze dell’ordine: c’è bisogno di un nuovo quadro normativo, che crei le condizioni per una competizione leale con il canale web”.