Istat: Confesercenti, rallentamento prezzi e misure di sostegno spingono consumi e Pil, ma la crescita resta modesta. Accelerare su taglio dei tassi e risolvere caos crediti fiscali

Istat

Dai consumi arriva un aiuto all’economia. Nel primo trimestre dell’anno, il rallentamento dell’inflazione, il taglio del cuneo e l’avvio della riforma fiscale hanno spinto la crescita della spesa delle famiglie, la voce che ha fornito il principale contribuito all’aumento del Pil. Si tratta però di un avanzamento modesto, che non permette di recuperare pienamente la spesa delle famiglie persa nell’ultima parte dello scorso anno.

Così Confesercenti in una nota commenta i dati Istat sul Pil del primo trimestre ed inflazione di maggio.

In termini congiunturali, il Pil segna un’accelerazione rispetto alla fine dello scorso anno, con un incremento che rende concreta la possibilità di conseguire l’obiettivo programmatico di crescita del 2024 (+1%). In particolare, i consumi registrano un aumento congiunturale, fornendo un contributo di due decimi di punto alla crescita del Pil.

Il recupero della spesa delle famiglie resta però complessivamente modesto (+755 milioni) e ancora non consente di riguadagnare la contrazione registrata nell’ultimo trimestre del 2023 (-3,7 miliardi). In termini tendenziali, l’aumento dei consumi si ferma infatti allo 0,1%, evidenziando una stazionarietà della spesa, in contrasto con una stima programmatica per l’anno in corso del +0,7%. Continua, inoltre, l’arretramento della spesa in beni Semidurevoli e in Servizi, con una flessione rispettivamente pari all’1,5% e allo 0,6%.

La possibilità, dunque, che i consumi restino stabili nel 2024 e non in crescita come atteso desta ovvie preoccupazioni, alla luce di un quadro internazionale sempre più incerto e che rimanda alla necessità di affidare alla domanda interna e alla spesa delle famiglie un ruolo centrale nella crescita dell’economia. Uno scenario confermato anche dal dato sull’inflazione la cui riduzione – nonostante la tendenza al rientro sia confermata – segna uno stop, speriamo momentaneo, causato ancora dagli energetici che rallentano la loro discesa. Come abbiamo già sottolineato, questi ultimi vanno continuamente monitorati in virtù del loro impatto sui bilanci familiari.

Occorre dunque fare di più: dalla riduzione dei prezzi ai rinnovi contrattuali è arrivato un importante contributo, ma senza una riduzione dei tassi d’interesse da parte della BCE ed una soluzione al caos dei crediti fiscali, si rischia un rapido deterioramento del quadro.

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