“La Sicilia e l’illusione che il mare non esista (L. Sciascia)” è un primo spunto che ci giunge dal Report Il Turismo Costiero a motivazione balneare, realizzato dall’Osservatorio sul Turismo delle Isole, per conto della Confesercenti Siciliana e presentato lo scorso 22 maggio.
Ciò è dovuto anche al fatto che si tende a far affermare nell’immaginario turistico un posizionamento dell’isola come contenitore di storia e tradizioni; ma in Sicilia un binomio in cui “mare e cultura” risultano inscindibili. Va detto che spesso accade proprio il contrario, ovvero che la Sicilia è percepita come Destinazione balneare, e ciò soprattutto dal mercato italiano. A prescindere comunque dalla motivazione, l’isola è percepita quasi esclusivamente per la sua fascia costiera, dove si concentra la quasi totalità delle presenze in Sicilia, pari al 94% del totale regionale (pari a 13.904.458, nel 2011). Un dato importante che è emerso riguarda la stesa turistica diretta che può essere collegata al comparto balneare e che in un anno è stata stimata pari a € 355.230.258,72, ovvero € 70,00 al giorno pro-capite, di cui il 38% potrebbe essere attribuito agli stabilimenti balneari se tutti i turisti ne fruissero.
Ciò significa che l’attrattività del mare, delle coste e degli arcipelaghi in Sicilia ha un’importanza rilevante nella generazione dei flussi turistici. Va considerato comunque che poiché il prodotto balneare è concepito per alcuni versi come fruibile in modalità standardizzata che prevede l’unione delle tre “S” (sea, sun and sand) è opportuno non omogeneizzare il prodotto Sicilia con gli altri Stati ma creare un plus valore che può derivare dal connubio di mare e shopping o mare ed arte o magari l’innovativa unione di golf e mare.
Tuttavia, nonostante la lunghezza delle coste e tutto ciò che esse possono offrire, in termini di bellezze paesaggistiche e servizi, che le imprese operanti lungo il perimetro insulare offrono ad oggi la Sicilia può essere definita destinazione balneare non di massa o comunque poco sviluppata rispetto alle maggiori concorrenti in ambito mediterraneo. Si fa riferimento da un lato a giovani destinazioni mediterranee che puntano su un basso costo del soggiorno o a destinazioni mature, come la nostra, ma che hanno avuto ed hanno la capacità di innovarsi. Dall’indagine che OTIE ha svolto emerge la consapevolezza da parte degli operatori di quelle che sono le proprie carenze e soprattutto con riferimento a personale spesso poco specializzato. Si ricorda che il focus dell’OTIE si è concentrato su quelle aziende che a livello regionale costituiscono dei modelli da emulare. Dall’altro canto gli stessi operatori hanno evidenziano alcuni vincoli allo sviluppo in parte imputabili al settore pubblico, primi tra tutti la normativa complessa e canoni demaniali elevati. Gli stessi operatori hanno fornito alcuni suggerimenti per il miglioramento del comparto che prevedono, accanto ad uno snellimento della burocrazia un miglioramento dell’accesso al litorale mediante mezzi pubblici ed una più attenta e costante pulizia delle spiagge.
La maturità delle aziende risiede nel fatto che non hanno chiesto sostegno di tipo finanziario ma hanno proposto alcuni interventi per il miglioramento dell’offerta complessiva, come ad esempio la pulizia delle spiagge, l’incremento dei mezzi di trasporto pubblici oppure l’incentivazione della loro attività anche attraverso la realizzazione di eventi o anche corsi di formazione per il personale.
Sempre dal report sono emerse alcune indicazioni per il miglioramento del comparto tra cui uno dei più importanti è la realizzazione di un tavolo di lavoro sul prodotto turistico legato al mare con focus sulle concessioni balneari e la ridefinizione dell’offerta, aprendo e consolidando un dialogo tra gli attori pubblici e privati. Ciò perchè nonostante i concessionari balneari paghino un canone ed offrano servizi che nessun Ente Pubblico garantisce, come il servizio di salvataggio, i servi igienici, le docce, l’accesso a mare per i disabili, la sicurezza con un’infermeria di pronto soccorso, sono esclusi dal coinvolgimento attivo nelle scelte che riguardano il comparto non venendo coinvolti né nelle conferenze di servizio né nella predisposizione delle norme che li riguardano.
Vittorio Messina
Presidente Confesercenti Sicilia