Revisione delle aliquote Irpef con attenzione al ceto medio, abolizione dell’Irap, lotta all’evasione e possibilità di un intervento sulle aliquote Iva. Oggi arriva, sul tavolo del Consiglio dei Ministri previsto nel primo pomeriggio, la delega fiscale che, dopo mesi di gestazione, dovrà riscrivere il sistema del prelievo fiscale e adeguare la cornice normativa per un nuovo fisco più semplice e ‘4.0’.
Anche la lotta all’evasione dovrebbe essere oggetto di una risistemazione, per rendere più efficaci gli strumenti in mano all’Agenzia delle entrate anche se il pacchetto legato alla privacy – con la possibilità dell’amministrazione di usare appieno l’incrocio delle banche dati – potrebbe avere bisogno di ulteriori approfondimenti. Le ultime decisioni arriveranno in cabina di regia che il premier Draghi dovrebbe presiedere prima del Consiglio dei ministri chiamato a dare il via libera a una delle riforme ‘di accompagnamento’ del Recovery plan.
Ancora in bilico, invece, la riforma del catasto. La delega in ogni caso dovrebbe essere il più possibile generica, per lasciare spazio ai gruppi parlamentari di dare le loro indicazioni che poi spetterà al governo tradurre in decreti attuativi, con le prime novità che non entreranno in vigore prima del 2023. Per la revisione dell’Irpef – che dovrebbe vedere un anticipo già in manovra – si dovrebbe privilegiare un intervento che alleggerisca il peso del fisco sul terzo scaglione, tra i 28mila e i 55mila euro e che ora sconta un salto di 11 punti rispetto al secondo scaglione e un’aliquota del 38%. Il sistema con cui procedere al taglio delle tasse sarà deciso, invece, solo coi decreti delegati. Quanto all’Irap, le Camere si sono espresse per una sua abolizione, ma andranno risolte alcune criticità come il rischio di ritrovarsi con un’aliquota troppo alta e poco competitiva se venisse assorbita nell’Ires o ne diventasse una addizionale.
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