Eletto all’unanimità dall’Assemblea, succede ad Esmeralda Giampaoli
Giancarlo Banchieri, imprenditore della ricettività di Torino, è stato eletto all’unanimità dall’Assemblea di Fiepet Confesercenti nuovo Presidente Nazionale dell’associazione. Succede ad Esmeralda Giampaoli che lascia dopo una lunga e significativa Presidenza che ha portato l’Associazione ad essere uno dei riferimenti primari del settore degli esercizi pubblici e turistici.
Banchieri è presidente di Confesercenti Torino dal 9 aprile 2017 e di Confesercenti Piemonte dal 15 maggio 2017. Nato a Torino il 10 dicembre 1975, è laureato in Scienze politiche. Sposato, senza figli, proviene da una famiglia di commercianti. È titolare dell’Hotel Panorama di Cambiano, al quale da qualche tempo ha affiancato il ristorante-pizzeria Officina.
Associato alla Confesercenti di Torino e provincia da quando ha iniziato la propria attività, ha ricoperto diversi incarichi dirigenziali: componente della giunta provinciale di Confesercenti, presidente di Assohotel, vicepresidente vicario di Confesercenti dal 2013. Ha assunto le funzioni di presidente provinciale dal febbraio 2016, fino all’elezione alla stessa carica nella primavera del 2017 da parte dell’assemblea della confederazione. Dall’aprile 2016, inoltre, è componente del consiglio e della giunta della Camera di Commercio di Torino e fa parte della giunta di Confesercenti nazionale.
“Fiepet continuerà a rafforzare il proprio impegno su alcune tematiche che riteniamo essenziali sia per consentire alle attività della somministrazione e del turismo di svolgere al meglio il proprio lavoro, sia affinché ad esse venga riconosciuto il giusto ruolo nell’economia del Paese, più di quanto accada oggi”, dichiara Banchieri. “Dal punto di vista dell’attività dei nostri operatori, è sempre più urgente favorire lo snellimento della burocrazia, che spesso rappresenta non solo un puro costo in più, ma limita le possibilità di sviluppo delle imprese. Un altro capitolo importante riguarda le tasse locali, cresciute in questi anni in modo esponenziale: una loro drastica riduzione appare indispensabile per garantire alle imprese la necessaria dinamicità. Per quanto riguarda la politica di settore la parola essenziale è ‘qualità’: nell’offerta, nella professionalità degli operatori, nella valorizzazione dell’immenso patrimonio di specificità locali, di cultura enogastronomica, di varietà territoriale. Su tutto ciò resta molto da fare, sia da parte dei singoli operatori con il sostegno delle associazioni di categoria, sia soprattutto da parte delle istituzioni. Ma alla politica – conclude il presidente – al di là dei singoli provvedimenti pur importanti, chiediamo un cambio di passo e di atteggiamento: le nostre attività devono diventare uno degli elementi fondamentali sui quali impostare le scelte economiche del Paese nei prossimi anni. Le potenzialità della nostra offerta sono ancora enormi. Lo sviluppo del Paese, la creazione di nuovi posti di lavoro e di nuovo benessere saranno tanti più significativi quanto più sapremo dispiegare queste potenzialità”.