Secondo l’organizzazione parigina il rilancio dei consumi privati perderà vigore a causa di un indebolimento della ripresa occupazionale e della perdita, a seguito del rialzo dell’inflazione, del potere d’acquisto delle famiglie
La crescita stimata per l’Italia nel 2018 (+1,4%) e nel 2019 (+1,1%) risulta tra le più basse di tutta l’area Ocse insieme a quella del Giappone (1,2% per entrambi gli anni).
E’ quanto emerge dalla previsioni contenute nell’ultimo ‘Economic outlook’ dell’organizzazione con sede a Parigi.
Ad esempio, per la Francia si stima un rialzo del Pil dell’1,9% sia per il 2018 che per il 2010, mentre per la Germania l’aumento sarebbe del 2,1% quest’anno e il prossimo.
Il nuovo ‘Economic Outlook’ dell’Ocse rivede al ribasso le precedenti stime sul Pil, dato al +1,5% quest’anno e al +1,3% il prossimo. Secondo l’organizzazione parigina la crescita degli investimenti, sebbene ancora robusta, si andrebbe attenuando mentre il rilancio dei consumi privati perderà vigore a causa di un indebolimento della ripresa occupazionale e della perdita, a seguito del rialzo dell’inflazione, del potere d’acquisto delle famiglie.
“L’incertezza politica potrebbe avere un impatto sullo sviluppo economico” dice ancora l’Ocse nell’approfondimento dedicato all’Italia. Intanto “riflettendo un’accresciuta percezione dell’incertezza politica, i rendimenti dei titoli di stato ultimamente sono saliti”, si legge sempre nel rapporto. Allargando lo sguardo allo scenario internazionale, la “Brexit e l’incertezza politica in Italia potrebbero – si sottolinea – aggiungere pressioni alla crescita dell’area euro”.
Comunque “le esportazioni e gli investimenti delle imprese stanno sempre più guidando la ripresa”. Quanto ai prezzi al consumo, continua l’Ocse, è prevista un’accelerazione nel 2019. La politica di bilancio per il 2018 è orientata, nota l’organizzazione internazionale, per essere moderatamente espansiva. E precisa: “possibili cambiamenti da parte del governo che verrà non sono incorporati nelle previsioni”.
Guardando nel dettaglio gli investimenti, quelli privati stanno aumentando consistentemente, supportati dagli incentivi legati al piano Industria 4.0 e dal risveglio dei prestiti bancari alle imprese. Invece gli investimenti pubblici “continuano a stagnare”, “ostacolati dai problemi collegati all’implementazione del nuovo codice degli appalti e alle restrizioni di spesa”.
“Le priorità” dovrebbero spettare allo spostamento della spesa verso le infrastrutture e al miglioramento dei piani centrati sul contrasto alla povertà per “affrontare gli ampi divari, sociali e regionali” e così imprimendo una spinta alla crescita. Fare progressi su riforme strutturali e sociali e continuare una prudente politica di bilancio sono – si sottolinea – le chiavi per sostenere la crescita e affrontare le distanze sociali e territoriali”.
“Il tasso di disoccupazione sta gradualmente calando, ma la ripresa del lavoro ha perso un po’ di vigore”, scrive ancora l’Ocse nel paragrafo dedicato all’Italia, stimando che il tasso dei senza
lavoro nel 2018 si dovrebbe attestare all’11,0% e nel 2019 al 10,8%. “Anche la qualità della nuova occupazione è peggiorata poiché i contratti a tempo rappresentano la maggior parte dei
nuove posizioni lavorative”. Insomma, i principali indicatori economici suggeriscono che “l’economia potrebbe avere perso il suo slancio”
Infine,”una riforma del sistema di tassazione sulle persone fisiche dovrebbe mirare al contrasto all’evasione fiscale semplificando le agevolazioni fiscali e abbassando le aliquote per i redditi bassi, senza contrarre il gettito fiscale”.