Gli aumenti Iva arriveranno sul tavolo delle Commissioni speciali nominate nei prossimi giorni
Il nuovo Parlamento potrebbe istituire già questa settimana le commissioni speciali per esaminare il Def. Conclusa l’”operazione Camere” con l’elezione di Maria Elisabetta Alberti Casellati, nuova presidente del Senato e Roberto Fico, il nuovo presidente della Camera ora il prossimo passo è la formazione del nuovo Governo.
In questa settimana saranno eletti i Capigruppo delle diverse forze parlamentari sia alla Camera che al Senato e poi giovedì è in programma il completamento degli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento. Sono otto nomine a vicepresidente, a cui si aggiungono quelle di questori e segretari. Le votazioni si terranno domani a Palazzo Madama e giovedì a Montecitorio e saranno a scrutinio segreto e caratterizzate dal meccanismo del cosiddetto “voto limitato”: ciascun parlamentare può votare per un numero di candidati inferiore a quelli da eleggere.
Solo dopo Pasqua cominceranno le consultazioni da parte del Capo dello Stato: prima il presidente emerito Giorgio Napolitano e i due presidenti Fico e Casellati. Poi
gruppi e i partiti.
Gli aumenti dell’Iva già programmati per il 2019 saranno il primo banco di prova per le commissioni speciali, che il nuovo Parlamento potrebbe istituire già questa settimana in attesa del nuovo governo, per esaminare il Def.
Nei prossimi giorni verranno scelti anche i presidenti delle due Commissioni speciali (una per ciascun ramo del Parlamento) che vanno deliberate dalla Conferenza dei Capigruppo, i partiti devono poi indicarne i componenti (40 alla Camera e 25 al Senato) che devono rispettare la proporzionalità dei voti ottenuti dai rispettivi gruppi.
Il Documento di Economia e finanza che arriverà in Parlamento porterà ancora le firme di Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan e aggiornerà la fotografia dell’economia italiana. Nelle prime bozze interne circolate finora tra i ministeri si fa esplicito riferimento al fatto che, a legislazione vigente, l’aliquota Iva ridotta del 10% salirà dal 2019 in poi (all’11,5% e al 13% dal 2020) mentre quella ordinaria del 22% passerà al 24,2% dal 2019 al 24,9% dal 2020 e al 25% dal 2021. Come già indicato dal Tesoro, infatti, l’attuale esecutivo, in carica per sbrigare gli affari correnti, non proporrà obiettivi programmatici, lasciando l’onere e l’onore al prossimo governo.
Il Programma nazionale di riforma farà poi un bilancio delle cose fatte finora. Il Governo resterebbe intenzionato a presentare il documento entro il 10 aprile (o al massimo con qualche giorno di ritardo). Le nuove Camere avrebbero così il tempo di esaminarlo entro la fine del mese e rispettare il termine per inviare i documenti a Bruxelles, che ha già annunciato margini di tolleranza in caso di ‘sforamenti’ dei tempi data la situazione politica.