Fiba Confesercenti Sicilia, stigmatizza i contenuti del titolo IV della Finanziaria 2016 in corso di approvazione, avente ad oggetto “diposizioni in materia di demanio marittimo e fluviale. Diposizioni in materia urbanistica”. Nel corso dell’incontro tra le categorie e i vertici dell’Assessorato regionale al territorio e ambiente, la FIBA Sicilia ha ribadito che il progetto di riordino della normativa di settore non può passare nelle pieghe della finanziaria di turno per effetto di scelte riconducibili alla sola volontà della Politica. La Categoria precisa che occorre semmai prevedere un percorso concertativo con le rappresentanze del settore, attraverso il quale produrre una normativa dedicata in grado di restituire competitività all’offerta turistica balneare e ad efficientare il sistema di gestione del demanio marittimo. Pertanto, seppure con i ritardi del caso si apprezza l’apertura da parte dell’Assessorato, ad avviare un confronto con gli operatori, purché ciò non si riduca a un mero passaggio formale che rilegherebbe ancora una volta la categoria al ruolo di mero ascoltatore passivo di scelte e posizioni, spesso non corrispondenti alle reali esigenze del territorio. Diversi, sottolinea FIBA Confesercenti Sicilia, i passaggi delle proposta di legge che necessitano di approfondimenti anche sotto l’aspetto della loro sostenibilità tecnico giuridica. Si ravvisa di fatto perplessità in merito all’applicabilità della clausola di salvaguardia richiamata dall’art 35 della proposta di legge, attesa la natura del Piano Spiagge che non è un piano regolatore bensì un mero piano gestionale come specificato dalla circolare del 9 giugno 2015 dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, e pertanto ad esso non può essere certamente applicata una norma – che fa capo al testo Unico dell’Edilizia – che si rivolge soltanto ed esclusivamente alla disciplina dell’Efficacia dei piani regolatori generali e dei piani particolareggiati. Inoltre all’art 36, la previsione circa l’affidamento in concessione ai comuni della gestione dei beni appartenenti al demanio marittimo e l’attribuzione all’ente Comunale di decidere se affidare tali beni in sub concessione ai privati configurerebbe una evidente violazione della libera iniziativa di stabilimento e della libera concorrenza, principi previsti e tutelati dalla Direttiva Servizi la 123 del 2006. Cosi come, si ritiene che dall’articolato di cui si compone il Titolo IV della proposta di finanziaria verrebbe a vanificarsi il fine ultimo del documento di programmazione economica e finanziaria per l’anno 2016, cioè di aumentare la previsione delle entrate per le casse regionali. Infatti sia i provvedimenti relativi all’art 35 comma 3 bis che le disposizioni degli art. 36 e 38 mettono un chiaro segno meno alla previsione del gettito derivante dal pagamento dei canoni concessori. Innanzi tutto gli enti locali verserebbero per le nuove concessioni solo il 50% del canone dovuto, inoltre si registrerebbe una grave contrazione delle contribuzioni derivanti dalla cessazione delle concessioni che risulteranno inadeguabili ai contenuti dei piani provati e infine per la ragionevole ipotesi che l’imprenditoria straniera, sarebbe scoraggiata ad investire in Sicilia dove alla luce delle previsioni della proposta di legge in esame l’imprenditore diverrebbe, a fronte di propri investimenti, non concessionario diretto ma un mero conduttore in locazione di una attività commerciale. Fiba confesercenti Sicilia pertanto, ribadisce il proprio impegno per frenare ogni irragionevole proposta che funga da ostacolo alla crescita virtuosa di un settore che in Sicilia conta 9.000 titolari di concessione demaniale marittima e oltre 35.000 addetti.