Il futuro della distribuzione alimentare sta nella territorialità e nell’informazione al consumatore
“La distribuzione alimentare specializzata tra innovazione e tradizione” è il tema su cui si è incentrata la tavola rotonda di Fiesa, tenutasi oggi presso la sede di Confesercenti Nazionale.
La giornata si è aperta con la proiezione del video: “Il cibo nella storia dell’arte”, una pinacoteca virtuale della rappresentazione del cibo, nel corso dei secoli, sulle tele dei grandi maestri della pittura internazionale”.
Al termine, il presidente Fiesa, Gian Paolo Angelotti, prendendo la parola ha focalizzato l’attenzione sulle chiusure del commercio al dettaglio che, “in quattro anni, ha perso complessivamente 21.320 unità, di cui quasi la metà del settore alimentare. Secondo diversi osservatori, ben il 62 per cento degli 8100 comuni italiani rischia di rimanere senza esercizi commerciali alimentari. E’ l’effetto desertificazione che lascia circa 5000 comuni senza servizi primari, rendendo difficile trovare anche pane, latte e carne senza spostarsi di chilometri dalla propria abitazione. Per vincere le sfide che il mercato impone occorre puntare sulla professionalità degli addetti, sulla strutturazione di corsi professionali, specializzanti per la categoria. Il tema della sicurezza alimentare – ha detto ancora – è uno dei principali argomenti di attenzione dei cittadini: una nuova normativa sull’origine è un diritto del consumatore”. “Il modello organizzativo di Fiesa – ha concluso Angelotti – sarà centrato sempre di più sulla figura del Presidente federale coadiuvato dai Presidenti di categoria, improntando alla concretezza, agli obiettivi e alla conoscenza la proposta associativa”.
Subito dopo si sono aperti i lavori della tavola rotonda, moderata dal Caposervizio del TG1 Giacomo Graziosi.
Gaetano Pergamo, Direttore Fiesa, aprendo il dibattito è rimasto sul tema della sicurezza ed ha presentato il rapporto “Sicurezza e osservatorio alimentare”, messo a punto da Federconsumatori, Fiesa Confesercenti e Isscon che ha ripercorso 15 anni di storia italiana dal punto di vista della sicurezza alimentare e degli scandali che hanno interessato prodotti e filiere. “Alla luce di quanto emerso in questo rapporto – ha detto – vogliamo allestire un Osservatorio che faccia attività di monitoraggio delle dinamiche dei consumi, delle criticità di sistema, delle segnalazioni di contraffazione e di reporting delle attività investigative con la creazione dello Sportello sulla sicurezza alimentare, a supporto e sostegno delle aziende della distribuzione alimentare al dettaglio, sia sul lato dei servizi obbligati che su quello delle relazioni con il consumatore e il mercato”.
Il dibattito ha poi visto l’intervento della Senatrice Simona Vicari, Sottosegretario al Ministero per lo Sviluppo Economico: “stiamo risolvendo molte questioni che per anni erano rimaste irrisolte – ha sottolineato – dal versante etichettatura, con il vuoto normativo recentemente risolto dal MiSE riguardo alla denominazione di pane fresco e pane surgelato, fino al riallacciamento di rapporti proficui con Bruxelles. Dobbiamo presidiare alcuni fattori per un sano e duraturo sviluppo, quali la legalità e la lotta alla contraffazione, la sicurezza dei prodotti, a partire da quella alimentare, il made in Italy e soprattutto, saper investire su quelle tecnologie che informino il consumatore sul tipo di prodotto d’eccellenza presente nell’esercizio commerciale, affinché possa emergere, con chiarezza, la peculiarità dell’artigianato alimentare italiano. E’ necessaria infine – ha concluso – una rinnovata concertazione tra Governo, Regioni ed Enti Locali, per arrivare a norme uguali e condivise”.
Giovanni Di Genova, Ispettore funzionario agrario e coordinatore tecnico del Mipaf, ha focalizzato il suo intervento sugli organismi interprofessionali, sulla comunicazione istituzionale e la qualificazione del prodotto. Di Genova ha sottolineato come “la comunicazione della qualità ed una corretta informazione al consumatore siano azioni molto importanti per tutti, anche per le PMI”.
Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori ha ribadito che la “desertificazione è un problema serio e che le città, senza esercizi commerciali, sono poco appetibili per tutti, anche per i turisti. Ci sono battaglie come quelle sugli affitti che vanno combattute per dare nuova linfa alle città e alle attività commerciali, a vantaggio di imprese e consumatori”.
Al dibattito sono anche intervenuti Stefano Asaro, Presidente Slow Food Lazio che ha detto di “essersi riconosciuto in molte delle posizioni espresse nella giornata. E’ importante, ha detto, rivalutare le poccole botteghe, le territorialità e la tipicità del prodotto. Importante aprire un tavolo di confronto tra informazione e strutture che si occupano di alimentazione, per far arrivare messaggi esaustivi ai consumatori. Come Slow food – ha concluso – siamo disposti a condividere percorsi con chi vuole affrontare sfide in grado di creare un valore aggiunto per il Paese”.
Renzo Piraccini, Presidente MacFrut, ha ribadito come “la fase peggiore della crisi sia superata. I consumatori oggi sono più consapevoli e interessati alla qualità: ne è un esempio il biologico che cotinua a crescere. Il valore aggiunto dei piccoli esercenti è la loro capacità di servizio: oggi si stanno assottigliando le distanze tra distribuzione e somministrazione e questo può determinare nuovi spazi di crescita per il piccolo dettaglio”.
Le conclusioni sono state affidate al Presidente Confesercenti Massimo Vivoli: “questo interessante dibattito – ha detto – ha portato un grande contributo in termini di approfondimento a temi per noi centrali come la salubrità delle PMI, che rappresentano il 93% delle aziende italiane. Se muore il commercio – ha aggiunto – muoiono anche le città e per questo occorrono nuove regole, che non significano impedimento alla libera iniziativa, bensì la definizione di un ambito, nel quale il mercato possa muoversi, senza, però, lasciare ad esso la definizione delle proprie regole. Bisogna, poi, ripensare l’imposizione tariffaria, per evitare che questa strangoli il comparto e lavorare per aumentare la redditività e la sopravvivenza delle PMI, anche attraverso interventi fiscali. E’ necessario dare una forte spinta alla formazione, per garantire un’adeguata professionalità ed incentivare il ricambio generazionale e lo sviluppo aziendale. Infine – ha concluso Vivoli – sono fondamentali buone politiche d’accesso al credito ed azioni contro la concorrenza sleale, di chi opera senza il rispetto delle normative. Solo così si rivitalizza un comparto che è uno dei pilastri su cui si basa l’economia del sistema Italia”.
Al termine della tavola rotonda sono stati premiati “I maestri dell’alimentazione”.
L’Assemblea elettiva ha confermato all’unanimità Gian Paolo Angelotti alla guida della Fiesa.