In Europa il 26% delle Pmi offre prodotti e servizi verdi
Sono sempre di piu’ le imprese italiane che puntano sull’economia verde e la sostenibilita’. Nel 2012, si legge nel Rapporto 2014 sulla green economy redatto dall’Enea e dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, l’Italia e’ salita dal quindicesimo al dodicesimo posto della classifica che valuta la capacita’ di eco-innovazione del tessuto imprenditoriale dei paesi Ue, con il 98% degli imprenditori che afferma che l’economia deve puntare sul risparmio e l’uso sempre piu’ efficiente dell’energia e delle risorse.
In Europa, si legge ancora nel rapporto, il 26% delle Pmi gia’ offre prodotti e servizi “verdi” e il 93% ha messo in campo almeno un’azione per essere piu’ efficiente. Proprio le imprese sono al centro dell’edizione 2014 del Rapporto, che offre un’analisi dettagliata sulla posizione dell’Italia in un processo che sta investendo le economie mondiali, mettendo a fuoco i nodi irrisolti e gli ambiti rispetto ai quali e’ piu’ urgente un cambio di marcia.
“Le imprese della green economy”, ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione in occasione della presentazione del Rapporto, “chiedono di pesare di piu’ nelle scelte economiche del Paese, perche’ la loro crescita puo’ contribuire in modo decisivo a far uscire l’Italia dalla crisi” “Le imprese della green economy – sia quelle che producono beni e servizi di qualita’ ambientale, sia quelle che hanno investito in eco-innovazione per processi produttivi puliti – hanno infatti maggiori possibilita’ di sviluppo sul mercato interno e su quelli esteri proprio perche’ meglio rispondono alla domanda di un miglior benessere e di una miglior tutela di un bene diventato scarso come l’ambiente”, aggiunge Ronchi.
“Il passaggio a un nuovo modello economico piu’ sostenibile implica non soltanto lo sviluppo di nuove filiere green e il rafforzamento di quelle esistenti, ma anche la riqualificazione in chiave green dei processi e dei prodotti dei settori industriali tradizionali”, ha dichiarato Roberto Morabito, responsabile dell’unita’ tecnica Tecnologie Ambientali dell’Enea, “in quest’ottica l’Enea e’ impegnata nello sviluppo dell’eco-innovazione come strumento prioritario per guidare la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare, strategica per un Paese povero di materie prime e a forte vocazione manifatturiera come il nostro”. “Tale percorso”, prosegue Morabito, “prevede azioni di varia natura, come la promozione del riciclo di materia a tutti i livelli (sia innovando i processi di produzione che i mercati), la progettazione ecocompatibile, la simbiosi industriale, nuovi modelli imprenditoriali e di consumo, ai fini di un miglioramento generalizzato della qualita’ della vita”.
Il Rapporto 2014 e’ suddiviso in quattro capitoli. Il primo e’ dedicato al rapporto delle imprese con l’ambiente e descrive la crescita delle aziende che producono beni e servizi ambientali e lo sviluppo di modelli di business che scommettono sul green. Il secondo verte sull’eco-innovazione e sulla propensione del sistema produttivo italiano nei confronti di questo tema che vede primeggiare in Europa i paesi nordici – Svezia e Finlandia – e la Germania. Il terzo pubblica i risultati di un’indagine sugli orientamenti degli imprenditori della green economy condotta tra aprile e maggio 2014 dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Consiglio Nazionale della Green Economy, articolata in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, cui hanno risposto 437 imprenditori che gestiscono imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni. L’ultimo capitolo, infine, fornisce i criteri per individuare le imprese green e indica le 10 misureper lo sviluppo della green economy: una riforma fiscale in chiave ecologica; un programma per migliorare l’utilizzo delle risorse e per sviluppare strumenti finanziari innovativi; investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suolo e delle acque; un programma nazionale per l’efficienza e il risparmio energetico; lo sviluppo delle attivita’ di riciclo dei rifiuti; il rilancio degli investimenti per le rinnovabili; programmi di rigenerazione urbana; investimenti in mobilita’ sostenibile; valorizzazione dell’ agricoltura di qualita’; un piano per l’occupazione giovanile green.