Grasso supplente fino al successore
E’ il giorno dell’addio di Giorgio Napolitano al Quirinale, dopo 9 anni si dimette da presidente della Repubblica. “Sono contento di tornare a casa”, ha confidato ieri ad una bambina il capo dello Stato, per la prima volta nella storia italiana rieletto per un secondo mandato. “Il Paese resti unito e sereno”, il suo ultimo messaggio agli italiani.
Ieri è stata la giornata degli ultimi saluti formali ai dipendenti, ai Corazzieri del Quirinale. Prima della firma, stamattina, della lettera di dimissioni che il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, consegnerà subito dopo ai vertici delle istituzioni, ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e al presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Una volta rientrato al Quirinale il segretario generale, Napolitano, prevedibilmente nella stessa mattinata, lascerà – dopo che gli saranno stati resi gli onori militari – il Quirinale. Da quel momento sarà un ex capo dello Stato – o meglio un presidente della Repubblica emerito – e un nuovo senatore a vita. Contemporaneamente all’uscita di Napolitano, si trasferirà a palazzo Giustiniani il presidente del Senato Grasso, che assume le funzioni di presidente della Repubblica supplente, la cui sede è appunto nel palazzo senatoriale. Toccherà poi alla presidente della Camera Boldrini, entro 15 giorni dalle dimissioni di Napolitano, convocare il Parlamento in seduta comune (più i delegati regionali) per eleggere il nuovo capo dello Stato.
Una volta lasciato il Quirinale, Napolitano dovrebbe rientrare nella sua abitazione, al rione Monti. In un secondo momento si recherà a palazzo Giustiniani, al Senato, dove prenderà possesso del suo nuovo studio, nel quale da tempo ha già fatto trasferire i suoi libri e il suo materiale di studio.
Intanto, stamattina alle 7.30 il premier e segretario del Pd Renzi ha riunito la segreteria del partito, con l’obiettivo di preparare la direzione di venerdì, dove verrà indicato il “percorso” e probabilmente “il profilo”, ma non ancora il nome, del candidato per il Colle. “C’è stato un grande riconoscimento del lavoro fatto da Napolitano in questi difficili anni”, ha detto al termine della riunione il responsabile riforme del Pd, Emanuele Fiano, assicurando invece che stamattina “non sono stati fatti nomi”.