Il Presidente della Commissione Europea: “Non sono a capo di una banda di burocrati”
“Se vogliono parlare dell’Italia devono andare al Trattato di Roma del 1957. Se non c’era l’Italia, non c’era l’Europa. Io pretendo rispetto e non vado a Bruxelles a chiedere cosa dobbiamo fare”. Continua la contrapposizione tra il premier italiano Matteo Renzi e la Commissione Ue e il suo nuovo presidente Jean-Claude Juncker. Ieri la prima carica europea ha chiesto al Premier italiano di “rispettare la Commissione europea che non è una “banda di burocrati” ma una istituzione legittima come i governi dei singoli Stati membri.Replica arrivata in risposta a chi gli chiedeva di commentare alcune recenti affermazioni del capo di governo italiano. Renzi, al termine del Consiglio Ue di ottobre, aveva dichiarato che non si farà dettare la linea dei “tecnocrati di Bruxelles”. “Devo dire al mio caro amico Matteo Renzi che non sono il presidente di una banda di burocrati. Io sono il presidente della Commissione europea che è una istituzione europea così come voi, quindi invito i primi ministri a rispettare la mia istituzione perché non siamo meno legittimati rispetto ad altri”, ha detto Juncker parlando al Parlamento europeo a Bruxelles.
Tranchant la replica di Renzi, che parla dai microfoni di Ballarò: «In Europa ce la stiamo giocando, non l’abbiamo vinta nè persa ma stiamo facendo dei gol. È cambiato il clima per l’Italia, in Europa non vado a dire “per favore ascoltateci”, non vado con il cappello in mano. Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare e l’ho spiegato anche a Barroso e Juncker. Dobbiamo far vedere all’Europa che le riforme non le facciamo per finta” aggiungendo che comunque “la riforma successiva a quella dell’Italia è quella dell’Europa”.
“In Europa – ha ricordato – si sta combattendo una battaglia decisiva, quella dei 300 miliardi di investimenti. Servono più crescita e lotta alla disoccupazione e meno politica legata al rigore e al mero rispetto dei parametri che appartengono più a passato che al futuro”. La “vera battaglia – ha continuato – è in Europa, stiamo giocando questa partita difficile e delicata, si sta combattendo la vera battaglia”. Il presidente del consiglio ha chiesto “più crescita e lotta alla disoccupazione per una Europa impegnata nello sviluppo”.