“La desertificazione di attività commerciali nei centri urbani continua ad avanzare: in Sicilia sono 51.600 i locali commerciali sfitti e solo a Palermo nei pubblici esercizi si registrano 61 iscrizioni a fronte di 108 cessazioni mentre nel commercio al dettaglio sono 176 iscrizioni e 343 le cessazioni. Si tratta di un enorme numero di unità immobiliari che si sono liberate sul mercato in un periodo di tempo abbastanza ridotto, cui vanno sommati i locali lasciati vuoti dalle imprese che hanno ridotto il numero di punti vendita”. Così il vice presidente di Confesercenti Vittorio Messina commenta i dati raccolti dall’Associazione sulla base delle rilevazioni delle imprese di intermediazione immobiliare. L’alto numero di locali commerciali senza locatario – come si evince dallo studio di Confesercenti – è generalmente più evidente nei piccoli centri e nelle zone periferiche delle grandi città, dove ormai si trovano serrande calate anche nei centri commerciali. Per favorire la ripresa del mercato immobiliare, dando allo stesso tempo nuovo impulso alla rinascita del commercio urbano e delle botteghe e agevolare il ripopolamento di negozi, Confesercenti propone l’inserimento nella prossima legge di stabilità di una norma che permetta di introdurre canoni concordati e cedolare secca anche per gli affitti di locali commerciali. Un sistema già previsto per le locazioni abitative e che potrebbe essere declinato anche per il commercio attraverso un accordo tra proprietari immobiliari, rappresentanti delle imprese commerciali e amministrazioni territoriali competenti. Si creerebbe anche valore per tutti i soggetti interessati: il proprietario dell’immobile godrebbe di un indubbio beneficio fiscale, le attività commerciali corrisponderebbero un canone ridotto e per l’amministrazione comunale sarebbe un doppio investimento: sociale e fiscale.